Ti viene ansia ogni domenica pomeriggio? Non sei l’unico, la psicologia spiega perché succede all’80% delle persone

Sunday Night Anxiety: perché la domenica sembra sempre più breve? Ecco cosa dice la psicologia

Chi non ha mai sentito quella strana ansia affiorare la domenica pomeriggio? Mentre l’atmosfera è ancora rilassata e il weekend sembra teoricamente integro, quella sensazione sgradita prende piede: si chiama Sunday Night Anxiety, nota anche come Sunday Scaries. Ed è molto più comune di quanto credi.

Secondo studi internazionali, oltre l’80% degli adulti dichiara di avvertire ansia anticipatoria alla fine del weekend. Anche in Italia questa realtà è ben presente, complici lo stress lavorativo e il bisogno di equilibrio mentale. Ma cosa rende la domenica così fragile, tanto da percepirla come improvvisamente più breve e inquieta?

Il tempo vola quando il cervello è diviso

Alla base c’è la percezione soggettiva del tempo, un fenomeno fortemente influenzato dalle nostre emozioni. Quando siamo immersi in attività piacevoli o socialmente coinvolgenti, il tempo sembra correre. Al contrario, quando proviamo stress o noia, tende a rallentare.

La domenica è un ibrido psicologico complesso: un piede ancora nel relax, l’altro già rivolto al dovere. Questo dualismo crea un effetto particolare: il nostro cervello fatica a restare nel presente, combattuto tra il godersi gli ultimi scampoli di libertà e il pensiero della routine che incombe.

Quando l’ansia arriva prima di dormire

I “Sunday Scaries” si presentano in genere nel tardo pomeriggio, tra le 15:00 e le 18:00. La mente comincia a elaborare anticipazioni poco piacevoli su ciò che ci aspetta, e l’equilibrio emotivo ne risente.

Tra i principali fattori scatenanti secondo la psicologia del lavoro ci sono:

  • Insoddisfazione lavorativa, che rende il ritorno alla routine fonte di malessere.
  • Senso di disorganizzazione, per chi si sente sopraffatto dagli impegni della settimana.
  • Overthinking, ovvero l’anticipazione mentale delle responsabilità in arrivo.
  • Shock di transizione, dovuto allo stile di vita molto diverso tra il weekend e i giorni feriali.

La “buona domenica” come piccolo rituale collettivo

Ogni domenica, social e messaggistica si animano di auguri e messaggi di “buona domenica”. E non è solo una formalità. Secondo la psicologia positiva, condividere emozioni e pensieri piacevoli ha un effetto stabilizzante: ci connette agli altri e costruisce micro-interruzioni emotive che riducono la pressione.

In Italia la domenica sembra più breve (ma solo nella nostra mente)

Il pranzo con la famiglia, la passeggiata, la partita in TV. Il fine settimana italiano è pieno di eventi affettivamente densi, piccoli “ancoraggi temporali” che scandiscono la giornata. Tuttavia, proprio questa ricchezza emotiva genera un fenomeno curioso: quando viviamo tanti momenti intensi in uno spazio di tempo limitato, il cervello li compatta. Si chiama time compression.

Così la domenica, mentre accade, sembra volare. Nei ricordi sarà ricca, ma nel vissuto rischia di lasciare sensazioni sfuggenti. A questo si aggiunge la dissonanza cognitiva tra il bisogno di riposare e la pressione implicita a “fare qualcosa di utile”.

Domenica sera: cosa NON fare

Per affrontare i Sunday Scaries, spesso ci affidiamo a soluzioni rapide e apparentemente logiche che, invece, finiscono per peggiorare la situazione. Alcune delle più diffusive (e poco efficaci) sono:

  • Riordinare casa e pianificare tutto in modo ossessivo, come in un “Sunday reset compulsivo”.
  • Fare meal prep per tutta la settimana, trasformando la domenica in una mini maratona culinaria.
  • Alterare il sonno in modo drastico: andare a dormire troppo presto o troppo tardi nel tentativo di “saltare” la realtà.
  • Ingolfarsi di serie TV per distrarsi a forza… spesso senza risultati.

Questi comportamenti ci danno l’illusione di riprendere controllo, ma in realtà accentuano lo stress e riducono il valore emotivo della domenica.

Le strategie che aiutano davvero

Affrontare l’ansia anticipatoria non richiede rivoluzioni, ma scelte consapevoli. Ecco alcune pratiche davvero utili:

  • Monday Preview: 10 minuti per visualizzare la settimana e moderare l’incertezza.
  • Sunday Bucket List: inserire durante la giornata piccole attività che ti fanno stare bene, senza trasformarle in obbligo.
  • Stop al lavoro la domenica: niente email, briefing o pensieri su task futuri.
  • Pratica della gratitudine: riconoscere ciò che ci ha fatto star bene aiuta a cambiare prospettiva.

Vivere una domenica consapevole

Dedicarci a momenti di presenza totale può fare la differenza. È la cosiddetta Mindful Sunday: gustare con attenzione un caffè, fare una passeggiata osservando i particolari intorno a te, respirare lentamente… sono azioni piccole ma potenti.

Questi gesti amplificano la percezione sensoriale e ancorano la mente al presente. Quando sei pienamente immerso in ciò che stai facendo, il tempo sembra dilatarsi. Non diventa più lungo, ma più ricco.

La domenica come palestra emotiva

La psicologia del benessere parla di Recovery Experience: un insieme di esperienze rigeneranti che possiamo inserire nel tempo libero per recuperare energie. I quattro pilastri da tenere presenti sono:

  • Distacco mentale dal lavoro
  • Attività rilassanti e non performanti
  • Esperienze che stimolino la competenza personale
  • Sensazione di controllo sul proprio tempo

Incorporare uno o più di questi elementi nella domenica significa rendere il giorno davvero utile, non solo per ricaricarsi, ma anche per proteggere il nostro equilibrio psicologico.

Con lo smart working, la domenica cambia vento

Il lavoro da remoto ha modificato tempi e abitudini, anche nel modo in cui percepiamo il weekend. Molti lavoratori agili riferiscono minore ansia domenicale… per poi sperimentare una sorta di “weekend diluito”: il tempo libero non ha più confini chiari, e questo può generare stress sottile, continuo.

In un mondo flessibile serve ancora di più creare confini intenzionali, anche psicologici, tra lavoro e riposo. Stabilire una domenica davvero libera diventa allora un gesto di cura personale.

Riscrivere il tempo della domenica

La domenica non è davvero più corta. Ma la nostra mente la percepisce così perché cambia modo di funzionare. Accettare questa dinamica, invece di combatterla, permette di costruire giornate più piene e significative.

La chiave? Ritrovare presenza, rallentare, scegliere attività che ci riconnettano con ciò che ci fa bene. In un’epoca accelerata, tornare padroni del proprio tempo è un atto potente. E la domenica può diventare il giorno perfetto per riscoprirlo.

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